"spazi (des)aparecidos"
di Progetto Sur – H.I.J.O.S. – Fotografi senza frontiere
Argentina. 1976. Scantinati, soffitte e stanze di scuole militari, ospedali, commissariati, prefetture, edifici comuni. Luoghi che, all’epoca del terrorismo di Stato, venivano utilizzati come Centri Clandestini di Detenzione, ossia campi di concentramento e sterminio in cui veniva sequestrata, torturata e fatta scomparire ogni persona che, organizzata socio-politicamente, lottava per una società più giusta.
Argentina. 2007. Spazi vuoti, sia in senso materiale sia privi di un’apparente identità e significato, che vogliono diventare prova viva per la costruzione della Memoria e della Storia, dove i valori sociali che promuovevano i 30.000 desaparecidos, e quella energica generazione di cui facevano parte, siano recuperati e portati avanti.
“spazi (des)aparecidos” è un lavoro di documentazione volto a mostrare i temi principali, le questioni e il dibattito circa il recupero, in atto da pochi anni, di questi ex-Centri Clandestini di Detenzione, che si vogliono rendere Spazi per la Memoria e strumenti per il raggiungimento della Verità e della Giustizia per i fatti di cui questi spazi sono viva testimonianza.
ARG-IT. 64 min. SP (sottotitoli IT). 2007
"Uso mis manos, uso mis ideas" (Uso le mie mani, uso le mie idee)
di Mascaró – Cine Americano
55 min. SP (sottotitoli IT). 2003
Nel 1973 un gruppo di “militanti popolari” diedero vita a un progetto di alfabetizzazione per adulti nel quartiere Villa Obrera, in provincia di Neuquén, nella Patagonia Argentina, prendendo spunto dall’esperienza cubana e da quella intrapresa da Paulo Freire negli anni ’60. Quest’iniziativa venne ripresa dalla telecamera di Raúl Rodríguez, fotografo professionista, con l’obiettivo di realizzare un film che, oltre a testimoniare le attività svolte dal progetto, potesse essere utile ad altri quartieri popolari.
Trent’anni dopo, “Uso mis manos, uso mis ideas” recupera quelle immagini e le testimonianze di coloro che hanno partecipato a quella che è stata un’esperienza che ha percorso le campagne di alfabetizzazione a livello nazionale. Un’esperienza che si nutrì dell’appoggio popolare e si propose di trasformare il concetto classico di educazione attraverso una lettura critica della realtà.