Formazione: diritto allo studio e difesa dei saperi

L’istruzione, la formazione e il diritto allo studio per tutti, dovrebbero rappresentare le fondamenta sulle quali costruire una società libera e consapevole. In buona parte del mondo contemporaneo – assoggettato ai dogmi della globalizzazione neoliberista – rappresentano invece un cruciale terreno di conquista sul quale i principali attori del capitalismo globale (governi neoliberisti, organismi sovranazionali, imprese multinazionali, organizzazioni padronali e corporazioni) hanno da tempo messo le mani, ben consapevoli della nevralgica importanza che il controllo di questo “mercato” assume, in funzione dell’egemonia economica e culturale della società.

 

La spinta crescente verso la privatizzazione e la trasformazione in senso monetarista dei sistemi dell’istruzione (l’educazione come investimento familiare e non come diritto garantito), l’erosione costante delle risorse destinate alla “inefficiente” scuola pubblica, la mercificazione e la tecnicizzazione di impronta anglosassone, di programmi e saperi, la selezione di classe prodotta da una scuola e da un’università con costi diretti e indiretti sempre più proibitivi, rappresentano le principali direttrici politiche che la dottrina neoliberista vuole imporci; uno scenario questo che colloca da una parte le sue elitarie “eccellenze” allevandole nelle scuole, nelle università e nei master più “prestigiosi” e dall’altra le grandi masse, per le quali è pianificato un destino di precarietà, subalternità e sottocultura.  Le “riforme” della scuola e dell’università che nel nostro paese vedono alternarsi da ormai un ventennio schieramenti politici di diverso colore ma accomunati da un unico orizzonte ideologico, ne sono un esempio e una testimonianza evidente.

 

L’alternativa a questo panorama di devastazione socio-culturale globale, però esiste ed è oggi geo- politicamente rintracciabile in una precisa area del mondo: l’America Latina. 

Da Cuba al Venezuela, dalla Bolivia all’Ecuador e – con accenti diversi – da tutti gli altri paesi del Cono Sur che si vanno liberando dal cappio e dai disastri del dogma neoliberista percorrendo la propria rotta verso il“Socialismo del XXI secolo”, arrivano su questo terreno (e su molti altri), segnali di radicale opposizione ed esempi concreti di come si possa costruire, qui ed ora, “un altro mondo possibile”. Segnali e percorsi così macroscopici, da rimanere invisibili e inascoltati solo per la sciagurata cecità e per l’eurocentrica autoreferenzialità delle comatose sinistre europee.

L’alfabetizzazione, l’istruzione e la formazione dell’individuo diventano allora un diritto (umano) di tutti, un servizio basilare che lo Stato assume tra i suoi doveri prioritari, impegnandosi nel massimo sforzo politico ed economico per promuoverne l’universalità e la gratuità, a prescindere dalla situazione macroeconomica contingente e nella consapevolezza che – questo sì – rappresenterà il più “redditizio investimento” per il  progresso della collettività e per le sue istituzioni. 

E’ l’affermazione di un altro modello, di un’altra concezione del “sapere” e in definitiva del mondo.

 

Il seminario cercherà di evidenziare genesi, ruolo degli attori-chiave e responsabilità dei 2 “modelli” alternativi, offrendo al contempo un approfondimento sul sistema e il ruolo dell’istruzione pubblica di un paese che è universalmente riconosciuto tra i migliori del mondo in quanto a risultati conseguiti, qualità dell’insegnamento e percentuale di laureati inseriti nel mondo del lavoro: Cuba. 


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